Paolo Angeli
Rade
· Mixité ·
“…Rade sono arrivi e partenze, nelle cale a ridosso, con il viso segnato dalla salsedine e asciugato dal sole. Attese, calafataggio quando è necessario, piccole riparazioni alla coperta, incontri fugaci, radioline analogiche. E poi carte nautiche piegate male e sporche di caffè, rotte immaginarie, in un Mediterraneo navigato rada per rada, trovando nei porti e nelle insenature la protezione dalle mareggiate …”.
Rade è un arrivo inaspettato, come un raggio di sole nella stagione delle piogge. La sintesi discografica compiuta da Paolo Angeli segue a distanza di un anno il successo di critica dell’album Jar’a. Se quest’ultimo contemplava la Sardegna più ancestrale, in Rade il musicista sardo cambia rotta e affronta il Mediterraneo ‘vis a vis’, in una navigazione che ci trascina nell’atmosfera meticcia dei porti del mare nostrum. Il concept album è la sintesi di venticinque anni di convivenza con la sua chitarra orchestra, spinta al limite delle potenzialità timbriche espressive, ma a tessere la narrazione è la voce, nasale e dal sapore sardo-iberico, che si affida alle quartine dei poeti galluresi e logudoresi del 1700 e ‘800.
La musica di Rade affiora come un relitto carico di memoria, avvolto da luce accecante, il mare lungo è una superficie in argento, il canto sardo si fonde e confonde con sonorità che evocano una preghiera laica. Le composizioni divengono luoghi utopici di transito, paesaggi onirici abbozzati con la stilografica, aree protette dalla furia della tempesta, che riconducono all’illusione del miraggio. Il mare è il magma che unisce le latitudini delle terre emerse, isole musicali sospese tra popolare e contemporaneo, tra pulsazioni balcaniche, arcate mediorientali, adagi desert nordafricani, citazioni di rebetiko e memorie delle avanguardie storiche, reminiscenze flamenche, fraseggi dissonanti, crescendo epici art-rock e convergenze in squarci di liricità.
Paolo Angeli cresce con il viso rivolto verso il mare, a Palau, nella punta nord della Sardegna. Partendo dallo strumento tradizionale ha ideato una vera e propria chitarra orchestra: 18 corde, ibrido tra chitarra baritono, violoncello e batteria, dotato di martelletti, pedaliere, eliche a passo variabile. Con questa singolare creazione il musicista sardo rielabora, improvvisa e compone una musica inclassificabile, sospesa tra free jazz, folk noise, pop minimale, post-rock. A partire dalla metà degli anni ’90, Paolo Angeli ha pubblicato 10 album da solista. Dal 2005 vive a Barcellona e suona regolarmente in tour nei più importanti festival e teatri di tutti i continenti. Nel 2018 si è esibito alla Carnegie Hall di New York, entrando così nella rosa dei più importanti musicisti ‘innovatori con radici’ della scena mondiale. Se determinante negli anni ’90 è stato per lui l’incontro con l’anziano custode delle forme galluresi e logudoresi Giovanni Scanu e con il maestro indiscusso dell’avanguardia Fred Frith, altrettanto importante si rivela nel 2003 la richiesta di un nuovo modello di chitarra sarda preparata da parte del chitarrista statunitense Pat Metheny. Ha improvvisato e collaborato con, tra gli altri, Fred Frith, Iva Bittova, Hamid Drake, Evan Parker, Antonello Salis, Pat Metheny, Jon Rose.
Ingresso: 8€ / ridotto 5€ (under 25, studenti, soci Arci, soci Coop) | prevendite ticketone.it
foto: Nanni Angeli