Incontro con
Almar’à
· Fabbrica Europa ·
Nell’ambito della XXVII edizione del Festival Fabbrica Europa
Ideazione, creazione e prospettive di un progetto che muove la realtà
Sono presenti all’incontro
Dania Alkabir Alhasani, Silvia La Rocca, Nadia Emam e Kavinya Monthe Ndumbu, il direttore Ziad Trabelsi (Orchestra di Piazza Vittorio), il co-ideatore Maurizio Busìa (Fabbrica Europa/Festival au Désert Firenze) e Pino Pecorelli (Orchestra di Piazza Vittorio / Isola di Legno)
Coordina: Raffaele Palumbo
ALMAR’À è la prima orchestra di donne arabe e del Mediterraneo. Nasce nel 2017 tra Firenze e Roma grazie alla collaborazione tra Fondazione Fabbrica Europa e il Centro socio-culturale tunisino “Dar Tounsi”, con il coordinamento artistico di Ziad Trabelsi dell’Orchestra di Piazza Vittorio.
“Almar’à”, nome che in arabo vuol dire “donna”, riunisce tredici donne di otto paesi diversi – musiciste professioniste e non professioniste, studentesse, rapper, musiciste classiche, cantanti moderne – in una polifonia tutta al femminile che vuole essere una bandiera di libertà contro qualsiasi pregiudizio e chiusura.
ALMAR’À è un viaggio in musica e insieme un’occasione per fotografare un’Italia che esiste ma che rimane ancora nascosta nelle singole esperienze, carente quindi di un racconto collettivo e complesso. Con l’esigenza di sensibilizzare sull’attuale condizione della femminilità nel mondo arabo e non solo. Per dare la possibilità di mostrare una realtà che viene spesso conosciuta solo per i fatti di cronaca. Per il velo. Per l’ortodossia religiosa. Ma che è molto altro.
Il concerto fa parte del programma del Festival au Désert Firenze, progetto musicale multiculturale che dal 2010 ha realizzato una rete per la creazione contemporanea tra Africa, Mediterraneo ed Europa, a partire dalla collaborazione tra il Festival au Désert di Essakane (Mali) e la Fondazione Fabbrica Europa. Il festival ospita i grandi nomi della musica del mondo per far conoscere il meglio della world music attuale, in particolare da Mali, Nord Africa, Mediterraneo e Medio Oriente, in dialogo aperto con gli ambasciatori del “nomadismo” artistico di tutto il mondo, in una concezione da declinare nel senso più ampio del termine e della provenienza culturale e geografica. L’edizione 2020 è realizzata in partnership con Italian World Beat.
Progetto realizzato con il contributo di Fondazione CR Firenze
foto: Monia Pavoni