Slittamenti
un progetto di Cristina Caprioli con Pietro Gaglianò
· Fabbrica Europa ·
Nell’ambito della XXVII edizione del Festival Fabbrica Europa
Ingresso gratuito su prenotazione – tel. 055 365707
Slittamenti è la presentazione pubblica della Masterclass intensiva ideata e condotta da Cristina Caprioli, coreografa e studiosa italiana residente in Svezia, con la partecipazione curatoriale di Pietro Gaglianò, critico d’arte ed esperto delle politiche del corpo.
La masterclass, in programma dal 27 settembre al 3 ottobre a PARC, invita quattro coreografi a presentare un proprio assolo. Sono state selezionate opere ancora in lavorazione, non ancora fissate, propense ad assumere nuove forme attraverso la condivisione e il contributo di 8 danzatori/performer e 4 artisti visivi/teorici. Il progetto intende la coreografia come linguaggio in continuo slittamento, pronta a deviare dalla propria disciplina, a navigare in spazi sconosciuti, a lasciare il proprio territorio per abitare la molteplicità. Nel giorno conclusivo, vengono presentati al pubblico gli esiti del percorso d’indagine nella loro forma aperta.
Cristina Caprioli, nata e cresciuta in Italia, dopo aver danzato in Germania e Stati Uniti, dal 1983 è residente a Stoccolma dove negli anni ’90 fonda la Compagnia indipendente CCAP, ancora oggi base di tutto il suo lavoro. Figura di spicco della scena artistica scandinava, si dedica alla coreografia in varie forme e vari formati, come spettacoli, installazioni, esposizioni, film, festival e pubblicazioni. Ogni progetto è una ricerca a lunga scadenza che procede parallela a “community projects”, tournée nazionali e internazionali e attività pedagogiche. Cristina Caprioli è stata Professore di Coreografia all’Università di Danza e Circo di Stoccolma. Nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi e prestigiosi premi. Autrice di lavori che scardinano le convenzioni linguistiche e percettive della danza, è attiva anche come teorica e curatrice di progetti.
Pietro Gaglianò, critico d’arte e curatore, approfondisce il rapporto tra l’estetica del potere e le contronarrazioni agite dall’arte, prediligendo il contesto urbano e sociale con una particolare attenzione per i sistemi teorici della performance. Nei suoi libri e nelle sue mostre è centrale la sperimentazione di formati ibridi tra arte e scienze sociali per coltivare la percezione politica dello spazio pubblico e della comunità. Insegna in istituzioni italiane e statunitensi ed è attivo in progetti e reti internazionali che sperimentano pratiche di arte e pedagogia non formale per l’educazione contro la discriminazione.
foto: Monia Pavoni